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Uttùviru 2014

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SCRITTURA

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Domus Studiorum: Casa degli Studi. Sede centrale della Biblioteca Siciliana «Alberto Bombace».

27 novembre 1586, fondazione dell'istituzione, posa della prima pietra del Collegio Massimo della Compagnia di Gesù, patrocinata dal viceré di Sicilia, conte di Albedelista.

Biblioteche, collezioni d'arti, strumenti scientifici, raccolte naturalistiche. Museo Salnitriano (archeologia, anatomia, pittura, botanica).

Sede per rappresentazioni teatrali e musicali.

Commissione di opere a Pietro Novelli, alla bottega dei Serpotta, Angelo Italia, Francesco Calamoneri

Maggio 1547 Girolamo Domenech spagnol, è condotto a a Palermo da Giovanni de Vega, viceré di Sicilia per volere dell'imperatore Carlo V. Casa del medico Chiaramonte.

A Messina s'insediano nella chiesa di San Nicolò dei Gentiluomini supportati dalla viceregina, donna Eleonora Osorio, per gettare le basi di un Collegio Massimo peloritano

16 aprile 1549, martedì santo, si discute sulla necessità di formare in loco. I primi docenti giunsero 19 settembre ospiti di Sigismondo Platamone. preso la chiesa di Nostra Signora della Misericordia. (Sant'Anna la Misericordia).

  • Noviziato: destinato alla prima formazione di Fratelli e Padri, generalmente istituzione dedicata a San Luigi Gonzaga.
  • Domus Studiorum o Collegio Massimo. Autonomo economicamente per garantire il percorso di studi di docenti e discenti. Tutte le altre entità potevano vivere poveramente di carità.
  • Domus Propagationis, atta a formare i gesuiti per la divulgazione e la propagazione della fede, istituzione generalmente dedicata a San Francesco Saverio.
  • Casa Professa: residenza dei Padri e centro dell'attività spirituale, denominata il Gesù.
  • Domus exercitiorum spiritualium dove ogni gesuita doveva recarsi per praticare e meditare gli esercizi spirituali (exercitia spiritualia) dettati da fondatore, istituzione generalmente dedicata a Santa Maria.

23 novembre 1549

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23 novembre 1549 con bando del vicerè si reclutarono i primi studenti

il giorno di Santa Caterina con lezioni di grammatica, umanità, retorica, logica e teologia. la cerimonia si svolse presso la chiesa di San Francesco d'Assisi.

Da Sant'Anna si spostarono presso case ereditate adiacenti alla chiesa di Sant'Antonio al Cassero, mantenendo alla Misericordia l'attività delle scuole.


Il 16 agosto 1550 il Sant'Ignazio di Loyola scrisse al Domenech per la possibilità di aprire a Palermo un’Università, e il 22 aprile dell'anno successivo il Viceré chiese al Senato che si perpetuassero le duecento onze, richiesta approvata attenta la opera bona e pia chi produci lu ditto Collegio di li patrj di li scoli.

Prima dell'arrivo dei gesuiti, ad eccezione delle scuole per religiosi, l’unica istituzione che si occupava di pubblico insegnamento era lo Studio pubblico delle scienze presso il convento di San Domenico, con insegnanti nominati dal Viceré e pagati dal Senato;

altra struttura dedita all'istruzione sarà, dal 1569, il Convitto del Santo Rocco, gratuito per gli orfani di padre palermitano e a pagamento per gli altri studenti.

Nel 1551 furono portate presso Sant'Antonio anche le scuole, sistemandole in una casa prossima alla chiesa e con separato ingresso, per interessamento dell'arcivescovo Pietro Tagliavia d'Aragona.

Carlo V a concedere ai Padri palermitani l'antichissima Abbazia di Santa Maria della Grotta. fu comunicata da Innsbruck il 30 gennaio 1552

i titoli dell’Abbazia ai Gesuiti veniva riconosciuto anche il diritto a sedere (al ventunesimo posto) nel braccio ecclesiastico del Parlamento del Regno, anche se gli antichi rettori si astennero dal partecipare in persona ai comizi del regno, costumarono di mandarvi un procuratore.

Nel 1564 si avviò la costruzione della nuova chiesa negli spazi già dell'abbazia «per la troppa angustia dell'antica inglobando anche quella dei Santi Filippo e Giacomo»

prima pietra del Collegio Massimo fu posta il 27 novembre 1586, alla presenza del Viceré, Diego Enriquez de Guzman, e la benedizione fu impartita da Don Luigi Amato Vicario Generale

il portone del Collegio si aprì, per la prima volta, il 15 agosto 1588, per la Festa dell’Assunzione.63 Il 18 ottobre (Festa di San Luca, come sempre sarà nei Collegi della Compagnia) s’inaugurò solennemente l’anno scolastico, con la rappresentazione di Salomone e la felicità del suo regno


Chiesa di san Pantaleone Pagina 21 collegamenti con Mozia e Naxos

  • tutti i prelati, di grande e di piccola entrata, la cui assemblea prende il nome di braccio ecclesiastico; Questo braccio [ecclesiastico] è potente di per sé: per la consistenza numerica, per la ricchezza, per la reputazione di bontà e per il rispetto dovuto ai prelati»
  • tutti i baroni, che danno luogo al braccio militare;
  • tutte le città regie, ciascuna delle quali manda un procuratore, che compongono il braccio demaniale…

Biblioteca Comunale di Casa Professa

Antonino Vescosi, (? 1744 - ? 1824), sacerdote, pittore.

Melchisedech che spezza i pani per Abramo.

Figlio di Filippo Vescosi, probabilmente si formò a Roma, il suo stile è improntato alla pittura romana del Settecento. Attivo nell'ambito della pittura religiosa e nel contesto sacro.

Sue opere si trovano nella chiesa madre di Saponara, a Gualtieri Sicaminò, a Barcellona nella chiesa di Gesù e Maria e affreschi a San Vito, tele a San Sebastiano, nella chiesa dell’Idria, a Novara e Basicò.

Barette 5 gruppi statuari di Pozzo di Gotto

del Vescosi:

  • * [[]], Madonna del Rosario e quadretti raffiguranti i Misteri, opera custodita nel duomo di San Nicola di Saponara.
  • Gualtieri Sicaminò,
  • Opere nella chiesa di Gesù e Maria di Barcellona Pozzo di Gotto.
  • Affreschi raffiguranti Melchisedech che spezza i pani per Abramo e Mose che istituisce i Sacrifici, opere presenti nella Cappella del Santissimo Sacramento del primitivo duomo di San Vito di Barcellona Pozzo di Gotto.
Mmàggini pâ seri di l'artìculi circa la pittura
Artìculu dâ seria
Pittura
Argumenti

Pittura · Pittura taliani
Quatri · Musei

Catigurìi

Arti · Pittura (artisti) ·

nelle cui chiese sono numerose le opere che portano l'impronta stilistica del pittore.


Dipinti di Giuseppe Crestadoro Saponara

[1]

Nta Commons s'attròvanu àutri mmàggini rilativi a Effems/Fogghiu di prova.

Padre del sacerdote e pittore Antonino Vescosi.

  • S. Antonio, il cui simulacro nel 1749 subì un restauro eseguito dal pittore pozzogottese Filippo Vescosi Castroreaale.
  • Autore di restauri pitture in oratorio, altare dell'Immacolata frontale a quello del Crocifisso.

Susinno [2]


Altri dipinti nella chiesa sono attribuiti ad alcuni pittori locali quali Antonino, Filippo e Vito Vescosi, Giuseppe Russo, Antonino Buongiorno, Sebastiano, Francesco, Michele e Gaetano Bonsignore, qualcuno attivo fino al secolo XIX.

Giuseppe Russo, (Barcellona Pozzo di Gotto 1744 circa - 1824), pittore.

Antonio Manno [3]

Accascina [4]

Giuseppe Russo, documentato tra il 1770 e il 1805.

dopo Roma

  • 1744, Madonna delle Rosario, raffigurta con San Domenico di Guzmàn e Santa Rosa da Lima Lipari nella chiesa della madonna delle Grazie di Lipari, Pag 136 [5]
  • [[]], Assunzione di Maria, affresco con 18 figure nella cupola, 137
  • [[]], Vergine Maria ritratta nell'atto di pergere il Bambino a San Felice da Cantalice chiesa dei Cappuccini di Lipari Pag 82 [6] Pag 169 e 170 [7]
  • attivo a Milazzo (Chiesa del Rosario, Chiesa del Carmine),
  • Barcellona Pozzo di Gotto (Chiesa di S. Giovanni, forse Chiesa di S. M. Assunta), affreschi nell’abside della chiesa di San Giovanni a Barcellona.
  • S. Maria del Piliere, nella frazione di Acquaficara.
  • Castroreale,
  • [[]], Privilegio della Porziuncola con raffigurato il Cristo, la Madonna, S. Francesco, S. Chiara, S. Giuseppe da Leonessa e S. Fedele da Sigmaringa (1776), Madonna col Bambino, Madonna che dà il Bambino Gesù a S. Felice da Cantalice. chiesa del convento dell'Ordine dei frati minori cappuccini di San Marco d'Alunzio,
  • Novara di Sicilia, Assunta, opera di Giuseppe Russo (1805).
  • Palermo, quadro dello Stedera copiato nel 1795 per la Galleria di Palermo. (Archivio di Storia Patri Messinese)
  • Frazzanò.

Tele di Mercurio in Cattedrale di Lipari 135 e 136 [8] Pag 82 [9]

la Sacra Famiglia con S. Elisabetta e S. Giovannino (1647 ca.) è attribuita a Giuseppe Tomasi da Tortorici (San Marco d'Alunzio)

Nato secondo alcune fonti a Lipari, e secondo altre, più sicure, a Barcellona. Studiò per sette anni a Roma, poi visse a Milazzo, dove si trovano molte sue opere.

Punto di partenza per la conoscenza di questo pittore è stato il ritrovamento, nel 1991, dopo un furto, della Sacra Famiglia e Trinità.

Pittore dal linguaggio pittorico popolareggiante, prolifico e non sempre di grandi capacità espressive.

Antonino Buongiorno

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Antonino Buongiorno, Sebastiano, Francesco, Michele e Gaetano Bonsignore,

Gaetano Bonsignore

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Gaetano, nato nella seconda metà del Settecento, autore di parte degli affreschi della chiesa di San Giovanni (volta della navata, pareti laterali, controfacciata principale), e di due opere datate: la Madonna di Porto Salvo in gloria, del 1828, a Reggio Calabria, e Il martirio di San Bartolomeo, del 1834, a Novara di Sicilia. Ha poi illustrato la figura del figlio Michele, Tenente della Gendarmeria, nato nel 1788, ma non si conosce la data di morte, e di Gaetano, il nipote, sarto di professione, che attraverso la sua opera manoscritta finita di comporre nel 1922 e pubblicata postuma nel 2015 (La stirpa inicua), ci fornisce preziose informazioni sui suoi antenati e su alcuni momenti storici della città di Barcellona tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.

“La stirpa inicua” di Gaetano Bonsignore, il nipote omonimo. Nel documento l’autore riferisce che il padre Gaetano, professore di figura e d’ornato, in quel periodo eseguiva dei lavori, con gli altri due figli, Filippo e Giuseppe, nella chiesa di San Giovanni. I recenti restauri degli affreschi della chiesa di San Giovanni, curati dalla dottoressa Marianna Saporito, hanno fatto luce sugli autori. La volta e la fascia alta della due pareti laterali sarebbero attribuiti a G. Bonsignore, mentre per l’abside, datata 1786, sarebbe rintracciabile l’intervento di Giuseppe Russo (che potrebbe essere stato il cognato del Bonsignore).


Giuseppe Grosso Cacopardo "Guida per la Città di Messina" [10]

Gioacchino Vitagliano

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Gioacchino Vitagliano (* 1669 in Palermo; † 27. April 1739 ebenda) war ein italienischer Bildhauer des Barocks auf Sizilien.

Gioacchino creò non solo sculture in marmo, ma anche figure in stucco, probabilmente fu addestrato nel laboratorio di Giacomo Serpotta, suo cognato, di cui spesso progettava i disegni.

Gli scultori Nicolò Vitagliano e Vincenzo Vitagliano (Gioacchino Vitagliano junior) sono probabilmente figli di Gioacchino. Da quest'ultimo, la scultura in marmo Santa Rosalia (1744) si trova sul piazzale del Duomo di Palermo.

Bibliografia

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  • Gioacchino Vitagliano. In: Hans Vollmer (Hrsg.): Allgemeines Lexikon der Bildenden Künstler von der Antike bis zur Gegenwart. Begründet von Ulrich Thieme und Felix Becker. Band 34: Urliens–Vzal. E. A. Seemann, Leipzig 1940, S. 424.
  • Alfonso Giannino S.J.: La Chiesa del Gesù a Casa Professa, Palermo. Ristampa riveduta della 3. edizione. Eigenverlag, Bagheria 2004, S. 28 und 36.

 chiesa di San Dumìnicu sorgi vicinu û quatteri Vuccirìa, mannamentu Loggia, a secunna chiesa ppî grandizza e Pantheon dî pirsunaggi Illustri di Sicilia.

 chiesa è Pantheon dei pirsunaggi Illustri di Sicilia, ntô 1840 Agostino Gallo princpiò a sistimari tombi, lapidi e tagghi ppî cummemurari e cilibbrari granni pirsunalità dâ riliggioni, pulitica, studiusi, militari e dell'arti.

All'internu ci sunnu scurturi e munumenti di Benedetto Civiletti, Rosario Bagnasco, Girolamo Bagnasco, Ignazio Marabitti, Leonardo Pennino, Valerio Villareale, Rosolino La Barbera, Salvatore Valenti, Rosario Anastasi, Domenico De Lisi e Benedetto De Lisi, Vito D'Anna, Antonello Gagini, Gaspare Serpotta, Ernesto Basile, Gaspare Bazzano spissu, sprissioni artistichi priggiatissimi.

Giuseppe Velasco, tondo commemorativo

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Primitive sepolture documentate:

  • Eleonora Alagona, esponente della famiglia Alagona, 1536. Il sarcofago e monumento funebre opere di Antonino Gagini.[34]

Chiostro:

Altre personalità sepolte o celebrate nel Chiostro:

Convento Sepolture:

Quarta istituzzioni dell'Ordine dî frati predicaturi in terra di Sicilia funnata ntô 1300.

Piazza San Domenico

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Culonna d'Ammaculata Concizzioni

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Bibliografia

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  • (IT) Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo", Volume primo, Palermo, Reale Stamperia, 1816,

Vuci currilati

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L'ambiente è contraddistinto da vani con altari addossati alla parete.

  • Prima campata: Fonte battesimale. Fusto e conca marmorei sormontati da cupolino ligneo. Ambiente delimitato da recinzione in ferro battuto. Varco di passaggio al museo.
    • Nella controfacciata in una arcata in prossimità del portale è presente un dipinto raffigurante la Pietà.
  • Seconda campata: Cappella di Sant'Eligio Vescovo. Nella nicchia della sopraelevazione è custodita la statua lignea raffigurante Sant'Eligio Vescovo opera di Filippo Quattrocchi.
  • Terza campata: Cappella di Sant'Antonio di Padova. Sulla sopraelevazione marmorea costituita da timpano ad arco spezzato poggiante su colonne ioniche con capitelli corinzi, nella nicchia fra tarsie è custodito la statua raffigurante Sant'Antonio di Padova opera di autore ignoto. Il Bambinello è scultura di Filippo Quattrocchi.
  • Quarta campata: Cappella dell'Assunta. Sulla sopraelevazione costituita da timpano ad arco spezzato poggiante su colonne ioniche con capitelli corinzi, è custodita la statua lignea raffigurante l<wiki>'</nowiki>Assunta opera di autore ignoto. Sul lato sinistro la statua raffigurante San Luigi Gonzaga.
  • Quinta campata: Cappella dell'Annunciazione. Sulla sopraelevazione costituita da timpano ad arco spezzato poggiante su colonne ioniche con capitelli corinzi, è custodito il dipinto raffigurante l<wiki>'</nowiki>Annunciazione opera di autore ignoto. Ai lati le statue raffiguranti Santa Rita di Cascia, e la Madonna di Fatima a destra.


Cappella dell'Annunciazione Cappella
dell'Assunta in Cielo
Cappella di Sant'Antonio da Padova Cappella di
Sant'Eligio Vescovo
Fonte Battesimale
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L'ambiente è contraddistinto da altari o nicchie parietali realizzate in arcate.

  • Prima campata. Varco laterale sinistro.
  • Seconda campata: Cappella di San Francesco d'Assisi. Nella nicchia sulla sopraelevazione costituita da timpano a triangolo sostenuta da colonne ioniche con capitelli corinzi, è custodita la statua lignea raffigurante San Francesco d'Assisi, opera di autore ignoto.
  • Terza campata: Cappella dell'Immacolata Concezione. Nella nicchia sulla sopraelevazione delimitata da cornici in stucco, è custodita la statua lignea raffigurante l<wiki>'</nowiki>Immacolata Concezione, opera di autore ignoto.
  • Quarta campata: Cappella delle Anime Purganti. Sulla sopraelevazione dell'altare è custodito il dipinto raffigurante Maria libera anime purganti, opera attribuita a Crispino Riggio, realizzata nel 1731.
    • Pulpito ligneo addossato alla colonna.
    • Quinta campata: Cappella di San Sebastiano. Nella nicchia sulla sopraelevazione costituita da timpano a triangolo sostenuta da colonne ioniche con capitelli corinzi, è custodita la statua lignea raffigurante San Sebastiano, opera di autore ignoto.


Varco laterale sinistro Cappella di San Francesco d'Assisi Cappella della Immacolata Concezione Cappella
delle Anime Purganti
Cappella
di San Sebastiano
  • Absidiola destra: Cappella della Madonna del Rosario. Ambiente delimitato da balaustra e sormontato da iscrizione sull'arco D. O. M. - QUASI PLANTATIO - ROSAE IN JERICO - ECC. XXIV. Al centro, nella nicchia delimitata da colonne marmoree, è custodita la statua di scuola gaginesca raffigurante la Madonna del Rosario. Nelle nicchie laterali, a sinistra San Domenico di Guzmán, a destra San Vincenzo Ferreri, statue lignee, opere di Filippo Quattrocchi, realizzate nel 1797.
    • Braccio destro. Cappella di San Gaetano di Thiene. Sull'altare delimitato da colonne tortili festonate in stucco, sormontato da timpano a riccioli con rilievi in oro zecchino, è custodita la statua lignea raffigurante San Gaetano di Thiene, opera di Filippo Quattrocchi.
  • Absidiola sinistra: Cappella del Santissimo Sacramento. Ambiente delimitato da balaustra e sormontato da grande composizione in stucco sormontata da aquila e raffigurante alcuni strumenti della Passione di Gesù. I manufatti marmorei sono attualmente celati da una riproduzione pittorica del Cenacolo, tutto l'ambiente presenta una delicato apparato decorativo in stucco dominato da una grande raggiera presente nella calotta absidale.
    • Braccio sinistro. Cappella del Santissimo Crocifisso. Il manufatto caratterizzato da prospettiva con architettura convessa, presenta colonne ioniche son fusto inferiore arabescato e sormontate da capitelli corinzi. Timpano spezzato con volute, stemma intermedio recante i Simboli della Passione e manufatto in stucco raffigurante putti alati con Calice, Crocifisso e cartiglio recante l'iscrizione PACIFICATIS PER SANGUINEM CRUCIS SEIUS. Il dipinto alla parete raffigura la Vergine Maria, San Giovanni Evangelista e Maria Maddalena, su di esso è collocato un Crocifisso ligneo.


Cappella del Santissimo Crocifisso Absidiola sinistra o Cappella del Santissimo Sacramento Altare maggiore Absidiola destra o Cappella del Rosario Cappella di San Gaetano di Thiene

Presbiterio

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Gradinata a due rampe con balaustra in marmo realizzata dal marmoraro catanese Lorenzo Viola, morto a Gangi e verosimilmente sepolto in duomo. Sulla parete destra del cappellone è collocata il Giudizio Universale, olio su tela, opera probabilmente commissionata dopo lo scoppio della peste del 1624, a perenne monito alla popolazione per il pericolo scampato - al pittore Giuseppe Salerno, uno dei due Zoppo di Gangi. Alle pareti dell'abside gli stalli del coro ligneo, opera di Filippo Quattrocchi.

La statua raffigurante San Nicola di Bari, fu realizzata da Scipione Li Volsi nel 1661.


Sacro Cuore Statua Altare maggiore Statua Vergine con Bambino

Munumenti e posti d'intiressi

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Duomu Anticu.

Architetturi militari

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Architetturi riliggiusi

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