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Discussioni:Dialettu cilintanu miridiunali

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Dâ Wikipedia, la nciclupidìa lìbbira.

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Parlate di tipo siciliano nel Cilento

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al Sud della provincia di Salerno (Campania) vi è una zona chiamata Cilento che nel passato fu Lucana e in cui si parla un dialetto anch'esso affine al Siciliano.....già ! adoperano la parola ammucciari per nascondere come in Siciliano ......

voglia il caso che io vada tutti gli anni in vacanza nel cilento e mi sono potuto accertare di persona come il dialetto del cilento in particolare quello meridionale sia diverso dal napoletano (se si tiene poi conto che quasi in tutta la campania, si parlano solo varianti del napoletano) una certa affinità con il siciliano l'avevo trovata pure io

Fonte: http://projetbabel.org/forum/viewtopic.php?t=9821


I dialetti calabro-siculo-salentini. L’area a vocalismo “siciliano” del Cilento.

Fonte: http://www.nandoromano.it/Gervasi/A%20pinna.doc


Los dialectos calabro-siculo-salentini. El area de vocalismo siciliano del Cilento

Fonte: http://www.nandoromano.it/Conferenze/Conferenza%20Santa%20Fe.pdf


assimilabili al "tipo siciliano" (meridionale estremo) sono riscontrabili soltanto in alcune aree interne del Cilento meridionale e della Basilicata meridionale, mentre sulla costa (per es. a Sapri, Marina di Camerota, Palinuro ecc.) la parlata, come per il resto del Cilento, è senza dubbio riconducibile alla famiglia del meridionale intermedio (di tipo napoletano).

http://it.wikipedia.org/wiki/Dialetto_cilentano_meridionale

Immigrazione siciliana nel Cilento nei secoli XII e XIII

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Ciao a tutti, c'è un'Isola linguistica siciliana" nel Cilento (Provincia di Salerno, Campania), indico di seguito i motivi:


della zona a vocalismo arcaico, nei centri di Ascea, Alfano, Camerota e, più all'interno, Lauría; con un sistema vocalico di tipo siciliano introdotto da coloni trasferiti dall'Isola in quella zona in epoca tarda (secolo XII-XIII)

Fonte: http://it.encarta.msn.com/sidebar_1041501248/I_dialetti_della_Basilicata_e_della_Calabria.html


Sicilì: Le notizie che si hanno di questo sperduto paese della Provincia di Salerno, situato nel basso Cilento non precisano la data della sua fondazione, unica notizia sicura che si ha sta iscritta sulla campana della Chiesa madre SS. Annunziata: A.D. 1521. Gente che hanno letto libri scritti in latino di scrittori Lucani ci hanno tramandato che i primi abitanti furono siciliani. Un giorno, passando per queste zone un Signore benestante della Sicilia con vari animali: bovini e caprini, trovando la contrada molto bene adatta per pascolo, bagnata dal Fiume Bussento, vi lasciò gli animali suddetti; se ne andò a Scario, imbarcandosi su una nave diretta in Sicilia. Li arrivato, fu consigliato di mandare sul posto alcune famiglie per vigilare; averne cura di questi animali e così fu fatto pertanto; sicuramente questa gente diede il nome al paese di Sicilì. Quanti sacrifici dovettero affrontare questi primi abitanti di Sicilì, quante lacrime avranno versato su queste vallate e colline, quanta tristezza simile alla tristezza oceanica, senza nessun conforto, tutto da fare; avendo per incoraggiamento e consolazione solamente la grandiosità dei campi da pascolo per gli animali ed il mormorio dello scroscio delle acque del fiume Bussento. Però questo popolo siculo, con un paziente e costante lavoro, creò, incentivò la pastorizia, l´agricoltura, aumentando le famiglie, formando un buon numero di abitanti che mandavano i figli a studiare a Policastro, dei quali ne uscirono molti uomini illustri.

Fonte: http://www.sicili.it/la_storia.asp


Sul finire del 1282 Castelcivita si oppose validamente all'avanzata e all'assedio delle truppe Siculo-Aragonesi durante le concitate fasi dei Vespri Siciliani.

Fonte: http://www.oneonline.it/cilento/castelcivita.html


il Cilento, per la sua stessa morfologia, costituiva un buon ostacolo naturale all’avanzata dei Siciliani durante la “Guerra dei Vespri”, così gli Angioini vi attestarono il proprio esercito e con l’aiuto dei baroni locali, fra cui ebbe spicco Tommaso Sanseverino conte di Marsico, tentarono di respingere gli invasori. Nonostante ciò i Siciliani riuscirono ad occupare Policastro, Castellabate, Castelcivita e Padula.

Fonte: http://www.borghiedintorni.com/cilento_e_vallo_di_diano.htm


Dell'età angioina vi sono altri documenti che ci informano degli eventi occorsi nel territorio, specialmente durante la guerra angioino-aragonese, quando Castellabate venne persino occupata da re Giacomo di Sicilia (a. 1286) che la visitò tre anni dopo. Gli eventi bellici si protrassero fino alla conclusione dei patti stipulati (7 marzo 1299) tra Tommaso di Sanseverino e Apparicio dì Villanova, capitano del presidio siciliano di Castellabate, per la cessione del castello al governatore di Napoli.

Fonte: http://www.atlantedelcilentointeriore.it/paesi-dettagli.asp?comuneid=2

Durante la guerra angioino-aragonese il feudo passò a Tommaso Sanseverino, capitano generale delle forze angioine, il quale con il rafforzamento di "castra", "castella" e torri lungo la linea Policastro-Basilicata, riuscì a contenere a lungo gli assalti delle truppe aragonesi e la guerriglia degli Almugàveri cui si erano unite bande siciliane, tra il 1284 e il 1299, provocando danni incalcolabili ai villaggi, soprattutto della fascia costiera.

Fonte: http://www.cilentocultura.it/cultura/severin/severin1.htm

Salutamu!

--Sarvaturi (msg) 12:07, 14 Sitt 2008 (UTC)

Basso Cilento: Persistenza della terminologia greca (come il calabrese centro-meridionale, il salentino ed il siciliano)

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Difatti mentre il Basso Cilento conserva i termini greci caratteristici della Calabria meridionale, il Cilento settentrionale ha conservato solo quegli elementi greci che sono presenti anche nei dialetti centro-meridionali.

Fonte: http://www.alfonsotoscano.it/aracil.htm

Zona siculòfuna

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Essendo cilentano, o meglio cilentano parte sud non in zona marittima, talvolta, riesco a comprendere maggiormente parole sicule. Infatti, "u cilindanu" fa parte della "famiglia" delle lingue sicule.

Fonti: http://tifosidelnapoli.forumfree.it/?t=48217707&st=15

  • Alfanu s'attrova a 24 km di Sicilì
  • Caseddi n Pìttari s'attrova a 8,2 km di Sicilì
  • Murgerati s'attrova a 8 km di Sicilì
  • Roccagloriosa s'attrova a 18 km di Sicilì
  • Rufranu s'attrova a 28 km di Sicilì
  • Ispani
  • Vibunati

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Forsi di nfruenza càlabbru-lucana:

Grazzî pi tuttu stu travagghiu ora sacciu puru iu pirchì esisti st'isula siculòfuna ntô cilentu. Travagghiu ccillenti! Salutamu --Peppi 15:16, 14 Sitt 2008 (UTC)

  • Ciau Peppi, grazzi tantu pi lu tò missaggiu, circai li nfurmazzioni pirchì ju nun arriniscìa a capiri sta prisenza di parrati di tipu sicilianu ammenzu â Campania, ju nun capìa comu sti cilintani miridiunali s'avìanu nzignatu la nostra lingua siciliana (data la distanza giogràfica ntra la Sicilia e la Campania) e nni vosi sapiri chiossai, e accussì scuprìi ca nta diversi èbbichi di li siciliani migraru e culunizzaru na parti dû Cilentu. Oi pozzu diri ca sugnu assai cuntenti di sapiri lu mutivu ca si parra "sicilianu" n terra cilintana. Salutamu! --Sarvaturi (msg) 16:32, 14 Sitt 2008 (UTC)
  • Di ssi nutizzî s'hà fari nu beddu artìculu ! Salutamu.--Santu (msg) 16:39, 14 Sitt 2008 (UTC)